mercoledì 15 ottobre 2014

MITI SULLA MELA


Sulla mela esistono diverse definizioni e simbologie. Secondo la visione scientifica, la mela è un falso frutto che non si apre spontaneamente per far uscire il seme, la cui parte carnosa deriva dalla parte rigonfia. Secondo gli antichi Greci, lanciare una mela equivaleva a una dichiarazione d'amore o era un invito per un convegno amoroso, ed era anche simbolo di fertilità, quella rossa rappresentava l'amore.





Il più famoso tra i miti è sicuramente il mito greco sul "Pomo della discordia". Conosciuta dagli antichi greci come il frutto della passione, la mela, fu nella mitologia la causa dello scatenarsi della guerra di Troia. 

Giudizio di Paride, Enrique Simonet 1904

Tutto ebbe inizio quando Peleo decise di sposatela nereid Teti (da cui ebbe il figlio Achille). Il matrimonio, venne celebrato alla presenza di tutti gli Dei dell'Olimpo, con l'esclusione di Eris, dea della discordia. Eris volle vendicarsi, così si presentò al banchetto e lasciò rotolare tra gli ospiti una delle mele d'Oro del giardino delle Esperidi, dichiarando che ne avrebbe fatto regalo alla dea più bella presente alle nozze. La mela venne contestata tra Era (moglie di Zeus), Atena (figlia di Zeus) ed Afrodite (dea dell'amore, della bellezza e della lussuria).
La lita tra le dee degenerò, ma Zeus si rifiutò di emettere un giudizio lasciando così il compito a Paride principe di Troia. Le dee, pur di ricevere in premio la mela tentarono Paride in vari modi: Era disse al pastorello " Se tu dirai che sono io la più bella, io, in quanto dea della potenza, farò di te l'uomo più potente della Terra". Atena, dea della sapienza, non fu da meno:" Se tu dirai che io sono la più bella, diventerai l'uomo più sapiente della Terra". Afrodite, dea della bellezza, che meglio conosceva le aspirazioni degli uomini disse:" Se tu a me la mela darai io ti farò avere l'amore della donna più bella del mondo".
The Garden of the Hesperides, Edward Burne Jones



Paride non ebbe dubbi e consegnò subito la mela ad Afrodite.
Suc­ces­si­va­mente per volere degli dei, a Paride fu rive­lata la sua vera iden­tità e rien­trò a Troia, accolto con tutti gli onori dal padre Priamo, imme­more della nefa­sta pro­fe­zia fatta alla sua nascita. Paride, reintegrato nel suo rango di principe, fu mandato quale ambasciatore a Sparta alla corte di Menelao, che aveva sposato Elena, considerata la donna più bella del mondo. Come fu in presenza di Elena, Paride si ricordò della promessa di Afrodite e rivolse una preghiera alla dea affinché ottemperasse alla sua promessa. Elena si invaghì di Paride e Paride la rapì e la portò a Troia.

Nessun commento:

Posta un commento